Storia del territorio

Pagina dedicata alla Storia del territorio di Castiglione d'Adda

La storia del territorio di Castiglione d’Adda è legata alle vicende che ruotano intorno al suo castello e al fiume che gli scorre affianco. Per quanto riguarda l’origine del nome ci sono posizioni contrastanti fra loro: chi sostiene che il nome derivi da un accampamento romano (castrum legionis), chi sostiene che fu il celebre generale romano – barbarico Stilicone a insediarsi in accampamento e che il nome deriverebbe da “castrum Stiliconis”. Secondo lo storico Franco Fraschini, invece, il nome deriva semplicemente dalla parola castello, ovvero dalla roccaforte, presente da oltre mille anni, chiamata in antichità anche Castelionum, Castillionum, Castionum e Castiglion. Castiglione d’Adda si colloca in una zona geografica strategica, protetta, da un lato dal fiume Adda e luogo di passaggio d’importanti strade del lodigiano, come la strada che collega Codogno a Crema.

Inoltre si dice che nell’antichità si trovasse in una posizione dominante sul mitico lago Gerundo, su un’altura al riparo dalle frequenti piene dell’Adda. Non a caso il principale canale della zona, la Muzza, nasce dall’Addetta a Paullo, attraversa tutto il Lodigiano, per confluire nell’Adda proprio a nord del territorio di Castiglione, presso la frazione di Cascina Vinzaschina. Insomma, Castiglione deve la sua fortuna proprio alle caratteristiche del territorio in cui giace. Si dice, infatti, che il luogo dove ora sorge il castello, fosse già utilizzato ai tempi dei Romani come fortezza durante le invasioni barbariche, in difesa d’Alarico il Visigoto. Per lo storico lodigiano Alessandro Carretta è assai probabile che il castello sia stato fondato nel X secolo. Fino a quel periodo Castiglione, a differenza del resto del Lodigiano che aveva una tradizione prettamente agraria, trovava nell’Adda la sua risorsa principale: il primo nucleo abitato fu composto, infatti, da poche casupole, abitate in maggior parte da pescatori e trafficanti fluviali. Così fu fino alla metà del medioevo, quando la costruzione del castello, accertata nel 1039, cambiò le sorti del paese.

Il feudo apparteneva in quel periodo al vescovo di Lodi, che utilizzava il castello per farvi stazionare stabilmente un proprio vassallo con il compito di regolare l’amministrazione nella zona.

Fino alla fine del XIV secolo, il territorio rimase feudo del Vescovo di Lodi, che vi esercitava il potere direttamente o delegandolo, come il 21 maggio del 1299, quando lo concesse in affitto ad Antonio Fissiraga, signore di Lodi, per ventiquattro anni. Nel 1389 il vescovo Pietro della Scala cedette il feudo di Castione ad Antonio II e Bassiano Fissiraga. Dopo diversi passaggi, il feudo giunse ai Visconti di Milano, suscitando le mire dei veneziani che più di una volta tentarono di occuparlo. Per questo, nel 1470, Galeazzo Maria Sforza ne fece spianare le mura.

Il castello, di lì a pochi anni, perse completamente la sua efficacia: l’avvento della polvere da sparo rese obsoleta la sua struttura.

Nel 1499 i marchesi Pallavicino diventarono feudatari di Castiglione e decisero di trasformare il castello in una residenza signorile e per questo motivo oggi il castello è chiamato anche palazzo Pallavicino. Fu Girolamo Pallavicino, a partire dal 1543; ad iniziare una serie di lavori e di restauri, portati avanti dai successivi proprietari, i marchesi Serbelloni, che diedero al castello la fisionomia odierna.

La documentazione archivistica riguardante i Serbelloni è assai ricca. Alcuni cenni del passaggio tra la Regia Camera Ducale ed i Serbelloni si trovano nei fondi archivistici delle Commissioni per la liquidazione feudale sorte dopo il 1815. Questa documentazione ci informa del passaggio di proprietà del feudo di Castiglione, con i possedimenti annessi.

Il paese era quindi florido e poteva godere della posizione strategica sulle vie di comunicazione di terra e su acqua. Croce e delizia al tempo stesso, giacché se da un lato regalava prosperità, dall’altro era un luogo di continuo passaggio e soggiorno di soldatesche, sia in tempo di pace che di guerra. Fu probabilmente per questo o per il continuo passaggio di merci ,che nel 1622 il paese fu anche flagellato da un’epidemia di peste.

La fisionomia di Castiglione d’Adda rimase tale fino alla metà del secolo XIX: luogo di transito di merci, d’eserciti e con una popolazione composta prevalentemente da falegnami, pescatori e contadini.

Dall’unità d’Italia in poi il borgo, in continua crescita demografica, cominciò ad espandersi uscendo dai propri confini storici, in particolar modo ad inizio secolo XX. Questo nonostante le rivolte contadine che caratterizzarono la fine secolo XIX secolo e l’introduzione di mezzi agricoli meccanici, che portarono disoccupazione. Le vie di comunicazione vennero ulteriormente rafforzate con la costruzione del ponte di ferro sull’Adda alla Bocca di Serio, sulla strada che congiunge Codogno a Crema passando per Castiglione.

Una nuova realtà nasceva nel 1902 a Castiglione: la ditta Fratelli Goldaniga, iscritta alla camera di commercio nel 1910, prima industria del paese. Tuttavia una significativa industrializzazione del territorio, appoggiata fortemente dall’amministrazione comunale, come dimostrano le numerose delibere presenti in archivio, nasce, negli anni settanta del Novecento, con la prima grande fabbrica del territorio, la Beta Utensili, insediatasi nel 1973, seguita dalla General Ricambi e dalla Technoeletric nel 1981.

Il fiume Adda continua, comunque, ad essere un elemento territoriale importante e lo dimostra la costituzione, nei primi anni Ottanta, della riserva dell’Adda Morta: area protetta dove si conservano e tutelano le condizioni ambientali palustri che un tempo caratterizzavano la Pianura Padana e che sono ormai rare.

(tratto dal sito www.archivilodigiani.it)

Pagina aggiornata il 26/06/2023

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